Curare la leggibilità del testo per facilitare la vita del lettore
Cara lettrice, caro lettore,
la parola leggibilità è una delle meno piacevoli da pronunciare in italiano. A te tutte quelle L abbinate alle G non mandano un po’ in confusione?
La traduzione di questo termine in inglese, readability (fluent writing style), ha un suono molto più cool, per dire.
A prescindere dalla musicalità della parola, il concetto dietro alla leggibilità è uno dei più importanti, sostanziali e rilevanti per chi si occupa di Scrittura di contenuti, cartacei e digitali.
Sarà capitato anche a te di prendere in mano una rivista, di aprire un libro, di leggere un articolo di un blog o una landing page e pensare: uh, ma faccio fatica a leggere!
Forse è arrivato il momento di cambiare occhiali da vista, certo. Ma forse è anche il testo che si presenta in modo poco chiaro, come se si trovasse dietro un banco di nebbia della Val Padana e facessi fatica a vedere con chiarezza le parole e, di conseguenza, a interpretarne il significato.
La leggibilità del testo è un argomento al quale sono affezionata, per questo nel titolo ho usato il verbo curare. Non migliorare, ottimizzare, misurare, valutare et similia.
Curare. Nel senso letterale del termine: impariamo a prenderci cura della leggibilità dei testi che scriviamo per facilitare la vita del lettore, per semplificargli la giornata già pesante e complicata, per invogliarlo a leggere i nostri contenuti.
Bene, quindi: a posto. Via. Tuffiamoci nel concetto di leggibilità del testo e vediamo cosa possiamo fare con gli strumenti a nostra disposizione.
Perché la leggibilità del testo è importante
Gli articoli che parlano di leggibilità del testo – e che trovi nella Top Ten della SERP -, si aprono quasi tutti con la spiegazione degli indici di leggibilità, formule matematiche che aiutano gli scrittori, i copywriter, i ghostwriter e compagnia scrivente a valutare la facilità di lettura dei contenuti.
Ecco, noi li vediamo dopo. Prima dobbiamo mettere le basi per capire perché la leggibilità del testo è importante.
Diamo una definizione alla leggibilità
Se apri Treccani e digiti questo vocabolo, trovi la seguente definizione:
“Leggibilità sostantivo femminile [derivato di leggibile]. – [qualità di ciò che può essere letto o compreso senza troppa fatica] ≈ chiarezza, comprensibilità, decifrabilità, intelligibilità”.
Concentrati su questa espressione: senza troppa fatica.
Quindi leggibile?
“Leggìbile aggettivo [dal lat. tardo legibĭlis]. – 1. Che si riesce a leggere, che è facilmente decifrabile, chiaro alla lettura… che si può leggere e intendere senza fatica. 2. Di opera a stampa, che, pur non avendo pregi singolari, merita tuttavia di essere letta… o, meno comune, che può essere letta senza offesa al senso morale o del pudore (soprattutto in frasi negative)”.
Ah, hai capito? Nel concetto di leggibilità del testo, oltre a ritrovare la facilità della lettura, vi sono racchiusi i temi della chiarezza e del rispetto.
Quindi, la leggibilità è l’insieme delle qualità di un testo che lo rendono di facile scansione, lettura e comprensione. Un testo leggibile porta con sé accessibilità, trasparenza, semplicità. Ma anche piacevolezza di lettura.
E su questo ultimo punto gli aspetti estetici e grafici hanno il loro valore.
Curare la leggibilità del testo è importante per agevolare la relazione con il lettore, la lettrice: un testo leggibile permette di entrare in connessione con chi legge in maniera più diretta, senza ostacoli da superare, senza nebbie da dissipare, senza porte da aprire.
Leggibilità del testo è sinonimo di semplicità
Siamo troppo complicati. Prendine atto. Lo siamo in generale e in modo particolare quando esprimiamo un concetto per iscritto.
Siamo complicati in qualsiasi ambito, settore e contesto: dalla finanza al legal, dalla ristorazione alla moda. Una buona parte dei testi pubblicati, inviati o stampati da professionisti e aziende sono di difficile comprensione (hei, sto parlando in generale; c’è anche chi lavora bene e ha imparato la lezione sulla leggibilità del testo).
Scriviamo frasi lunghe, farcite di virgole, congiunzioni, aggettivi ricercati, gerundi avverbi, forme passive. Uh, che strazio le forme passive. I testi diventano mattoni.
C’è un passaggio del libro Everybpdy Writes di Ann Handley – donna adorabile -, nel quale l’autrice riporta una frase di Woody Guthrie che dovresti trascrivere su un post-it e appiccicare allo schermo del PC:
“Any fool can make something complicated. It takes a genius to make it simple”.
Lo ricorda proprio in merito alla semplicità della Scrittura.
In pratica, le persone hanno bisogno di contenuti semplici, leggibili e comprensibili perché la complessità aumenta il distacco tra noi e i lettori. Non pensare che semplicità sia sinonimo di banalità, perché il tema è ben diverso.
C’è una differenza di sostanza tra un contenuto semplice e uno semplicistico o banale:
- il primo è scritto con naturalezza, schiettezza e sobrietà,
- il secondo è intriso di banalità e superficialità.
Quando optiamo per la prima soluzione facilitiamo una volta per tutte la vita dei lettori. Il ritorno in termini di coinvolgimento (engagement per quelli cool delle agenzie di marketing) aumenta perché la semplicità permette al pubblico di entrare nella narrazione e partecipare alla storia senza fare grandi fatiche.
In che modo possiamo scrivere un contenuto semplice?
Il processo è complesso ma non impossibile. Qui ti svelo tre metodi snelli di web copywriting che puoi applicare subito ai tuoi contenuti digitali ma che vanno bene anche per quelli tradizionali.
Se li vuoi approfondire, mandami un messaggio su WhatsApp anche adesso.
1 – La regola della piramide rovesciata
Sì, ne ho già parlato, ma nello storytelling la ripetizione è un valore (cit. Cristiano Carriero) e quindi la spiego di nuovo. Quando approcciamo un testo, scriviamo le informazioni più importanti nei primi paragrafi e le meno interessanti (per il lettore, la lettrice non per noi) in fondo: è un modo per accompagnare le persone durante la lettura, come confermano i dati riportati dai software di eye-tracking. I testi devono avere una gerarchia:
- nella prima parte inseriamo i concetti di cui ha bisogno il pubblico, quelli che rispondo alle sue domande, alle query;
- nella parte centrale spieghiamo il problema e diamo una soluzione concreta,
- nella terza parte aggiungiamo gli approfondimenti del caso.
2 – La regola del tre
Questa, quando la spiego piace tantissimo: tre frasi per ogni paragrafo, tre paragrafi sotto a ogni titolo, tre voci per i punti elenco. Nella Scrittura vale il detto “Tre numero perfetto”: al cervello piace un sacco.
Sembra una filastrocca, ma è un metodo efficace per semplificare i testi.
3 – Il principio della coerenza
La coerenza è uno dei valori più difficili da rispettare. In tutti i sensi. Quando scriviamo scegliamo uno stile, un tono di voce, un linguaggio rappresentativo della nostra identità e di quella del brand e usiamoli per qualsiasi contenuto. Articoli, e-mail, biglietti da visita, messaggi, newsletter.
In questo modo evitiamo di confondere i lettori.
A tal proposito: hai già redatto la tua guida di stile? Facciamo merenda insieme e ti spiego come fare.
Semplificare migliora la leggibilità del testo, ma anche contestualizzare aiuta: fornire un contesto significa spiegare al lettore – con poche parole -, in quale spazio e tempo si sta muovendo, che tipo di informazioni trova nel testo e in che modo quel contenuto risolve i suoi problemi.
Anche le metafore e le similitudini sono delle valide aiutanti per curare la leggibilità del testo dal punto di vista della facilità di comprensione.
Un testo leggibile contiene un contenuto dall’alto valore nutritivo per il lettore, spiegato con estrema semplicità, attraverso un linguaggio adatto a un’audience eterogenea.
Tre suggerimenti per curare la leggibilità del testo
I testi di difficile lettura sono come un fritto misto con la pastella spessa intrisa di olio stantio: pesanti e indigesti. Le persone hanno bisogno di contenuti semplici da leggere e digeribili come un’insalata mista.
Il problema è che abbiamo poco tempo a disposizione da dedicare alla lettura e una quantità pazzesca di informazioni da assimilare nel quotidiano.
Cosa possiamo fare per risolvere questo fastidioso problema?
Guarda, semplifico la vita anche a te: inizia con tre semplici passaggi e poi vediamo il resto.
- Rivolgiti in modo diretto al lettore, alla lettrice: il TU funziona bene, chi legge si sente coinvolto nella narrazione perché il cervello pensa ‘Hei, sta parlando proprio a me!’ e alza il livello di attenzione.
- Semplifica il linguaggio e la forma: abbiamo un pubblico di riferimento, ma progetta il tuo testo per tutti, anche per i bambini. Soprattutto per i bambini, così semplifichi ancora di più.
- Inizia dal problema: se proponi un esempio concreto, il cervello di chi legge esclama ‘Hei, questa cosa è successa anche a me! Mi interessa caspita, è ciò di cui ho bisogno!’. E il lettore, la lettrice, ti seguirà senza esitazione.
Per prendersi cura della leggibilità di un contenuto abbiamo a disposizione diversi metodi, strategie, tecniche.
Ne propongo tre, ma potremmo chiacchierare almeno per un paio di ore davanti a una tisana con biscotti per assaporare tutte le sfumature della leggibilità.
Puoi usare questi metodi per rendere più comprensibili: post, articoli di blog, newsletter, siti web, landing page, e-mail, messaggi, brochure, cataloghi, lettere, presentazioni in power point, e-book.
Primo passaggio: osserva il testo da lontano
Allontanati dal testo. In senso fisico, eh. Dopo aver scritto il contenuto, allontanati dallo schermo del PC e osserva la formattazione. Considera le righe e lo spazio che c’è tra una e l’altra. Non dovrebbero essere appiccicate.
Poi conta il numero di paragrafi, di righe per paragrafo e di parole per frase (ricordi la regola del tre?). Controlla di aver usato grassetti, corsivi, maiuscole al posto giusto. Se lo ritieni opportuno, puoi inserire immagini, grafici, foto.
Secondo passaggio: controlla la grammatica
Passa al setaccio il testo per correggere i refusi, gli errori grammaticali e ortografici, le imperfezioni, la punteggiatura. Gli strafalcioni imbarazzanti compromettono l’autorevolezza e la credibilità del brand. Guarda, capita a tutti di lasciare un errore, ma se lavori su questo aspetto migliorerai la leggibilità del testo e lo renderai più fluido.
Terzo passaggio: pulisci il testo
Elimina i termini dotti, aulici, retorici, enfatici ed estranei al linguaggio corrente, ovvero quelli che danno al testo un tono di sufficienza; poi cancella le parole inutili e i concetti doppi o ripetuti, tira una riga sulle frasi ridondanti. Usa con parsimonia i tecnicismi e i termini settoriali, che risulterebbero incomprensibili per chi non è inserito in quel contesto.
Mettici testa in ogni passaggio, non essere superficiale: la leggibilità del testo è una cosa seria perché i lettori e le lettrici assimilano e ricordano con maggiore facilità i contenuti comprensibili e leggeri. Più sei leggibile, più entri nella memoria delle persone.
Gli indici di leggibilità del testo
La leggibilità del testo non è un concetto astratto ma un elemento misurabile. Per farlo abbiamo a disposizione i cosiddetti indici di leggibilità.
L’indice di Gulpease nasce per la lingua italiana e si basa sulla valutazione della lunghezza delle parole in base al numero di lettere e della lunghezza delle frasi in base al numero di parole.
La formula è: 89 + 300 x (numero delle frasi) – 10 x (numero delle lettere) diviso il numero delle parole.
Il risultato è un valore compreso tra 0 e 100, dove 100 è indice di leggibilità eccellente e 0 indica un testo di difficile lettura.
Il Flesch Reading Ease è lo strumento più utilizzato per valutare la comprensibilità dei testi: viene adottato per la lingua inglese e la sua versione italiana è l’indice di Flesch-Vacca (eh niente, oggi parole proprio bruttine). Questo indice considera la lunghezza media delle parole usando le sillabe, e la lunghezza media delle frasi, perché di solito le frasi lunghe sono più complesse da decifrare.
La formula matematica dell’indice di Flesch-Vacca è 206 – (0,6 x S) – P dove S indica il numero di sillabe totale sulle parole e P il numero medio di parole per ogni frase.
L’indice di Gunning Fog, usato sempre per la lingua inglese, si focalizza sul numero di parole presenti del testo (W), sul numero di frasi del testo (S) e sul numero di parole complesse, ovvero quelle con più di tre sillabe (D).
La formula è: 0,4 x [(numero di parole / numero di frasi) + 100 x (numero di parole complesse/numero di parole)].
Eh lo so, questa è la parte più noiosa della leggibilità dei testi, ma gli indici aiutano. Comunque per ogni indice ho inserito il link a Wikipedia così puoi approfondire.
Se vuoi fare subito un test, vai su Readability Analyzer e prova a inserire un testo: questo strumento ti aiuta a valutare la leggibilità del testo senza che tu debba fare calcoli da astrofisico.
Valorizza la leggibilità del testo
Semplicità, chiarezza, comprensibilità sono le caratteristiche che, insieme agli aspetti estetici e grafici, indicano il livello e la qualità della leggibilità (oh, quante parole con l’accento sulla a) di un testo.
Forse, qualcuno potrebbe sottolineare che anche la brevità di un testo è indice di leggibilità. Però non te lo dico. Perché non esistono testi lunghi o brevi, ma contenuti più o meno interessanti, esaustivi e coinvolgenti.
Valorizzare la leggibilità del testo significa facilitare la vita al lettore, alla lettrice, agevolare la connessione e creare una relazione di qualità con il pubblico.
Un testo leggibile è un testo memorabile.
Se sei arrivata, arrivato, sino a qui ti sono grata: mandami una e-mail a fede@federicatrezza.it, presentati e dimmi cosa posso fare per te e per i tuoi contenuti.
Ti auguro una splendida giornata.
Federica
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