Scrittrice o scrittore fantasma sarebbe riduttivo. E un po’ ridicolo, ammettiamolo.
Certo, non possiamo sfuggire dalla traduzione letterale, però proviamo ad andare oltre, ampliare la visione, immergerci in profondità.
Il significato della parola Ghostwriter è incantevole, fiabesco e delicato: indica la persona che ascolta le storie altrui, le custodisce con cura, le rielabora e trasforma in parole.
Essere Ghostwriter significa fare formazione ogni giorno, avere l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo, entrare in contatto con realtà inaspettate.
Sono una Ghostwriter del web quando scrivo contenuti digitali: post, articoli, newsletter, siti.
Sono una Ghostwriter classica quado scrivo contenuti tradizionali: lettere, cataloghi, brochure, manuali, libri d’impresa.
Se senti di avere qualcosa di importante da comunicare ma non hai il tempo, la forza o l’energia per trasformarlo in parole, rivolgiti a me: sarò felice di ascoltarti.
E non preoccuparti: non lo dico a nessuno. I contenuti, i testi porteranno la tua firma. Io resto nella stanza della Ghostwriter e osservo dalla finestra quello che succede.
C’è un vecchio trumò in legno colmo di libri di ogni tipo ma disposti con ordine. L’alzata funge da scrivania: fogli bianchi a quadretti, una matita, un portapenne.
Nella stanza della Ghostwriter c’è un’atmosfera azzurra, semplice e soffice: io mi metto qui alla scrivania (era del Nonno, è magica), accomodati pure sulla poltrona e raccontami tutto.
Perché partiamo da te? Perché prima di scrivere, ricevo. Ricevo sempre tanto.
Provo stupore per la bellezza e la ricchezza insite nella professione della Ghostwriter.
Quando svolgo questo mestiere ricevo doni nella quotidianità. Doni che permettono di conoscere, crescere, sapere.
A quali doni mi riferisco? A tutti quei…
E a tutte le chiacchierate al telefono, gli incontri davanti a un caffè, le call di allineamento.
È uno scambio continuo di idee, pensieri, concetti.
A volte tremo di fronte a questo patrimonio di storie incredibili, storie che hanno l’urgenza di vedere la luce, di essere trasformate in parole, di avere una loro dignità.
Tremo perché hanno un valore inestimabile e vanno trattate con cura, delicatezza, rispetto.
Scrivere per le altre persone è un gesto appagante, intenso e vivo.
Vedi, essere Ghostwriter è un mestiere meraviglioso.
Se dovessero chiederti “Ma che lavoro fa la Fede?” rispondi dicendo che scrivo. Scrivo per gli altri.
Sì be’ anche per i motori di ricerca perché sono sempre un po’ SEO ghostwriter.
Ah, aggiungo anche un pizzico di intuito, un tocco di creatività e una spolverata di umanità. Vuoi assaggiare il mio articolo per sapere se è soffice o croccante? Ti aspetto in cucina.
La stanza della Ghostwriter è il mio luogo preferito per scrivere, ma mi adatto a qualsiasi situazione: scrivo nell’ufficio dell’imprenditore, nella sala riunioni, nello studio del libero professionista, in un bar, su una panchina al parco.
L’importante è focalizzare l’attenzione su una sola azione: l’ascolto.
I contenuti prendono vita grazie alla relazione che la ghostwriter instaura con le persone, con il brand.All’inizio sarà un legame professionale e forse anche un po’ distaccato.
Con lo scorrere delle ore e poi dei giorni, la connessione diventerà sempre più forte e si trasformerà in una relazione di fiducia.
Che parola energica: FIDUCIA.
Per raggiungere questo feeling è importante che la ghostwriter presti attenzione al primo incontro con l’interlocutore.
Le fasi dell’ascolto sono tre.
Incontro il rappresentante del brand che ha bisogno di creare contenuti. Com’era la stretta di mano? Energica o debole? Come mi ha accolta? Quali sono state le prime parole che mi ha rivolto? Ha sorriso? Osservo anche il linguaggio del corpo.
Non entro mai a gamba tesa da un cliente, lascio che sia lui o lei ad aprirsi. Anche se ho già analizzato il sito e i social media e sono consapevole del lavoro che c’è da fare, aspetto a dare un parere.
Pongo domande aperte, di ampio respiro, che diano la possibilità alle persone di raccontarsi come se fossero con gli amici al bar.
Parlo poco, pochissimo, il necessario per guidare la conversazione. In questa fase mi concentro sulle informazioni, sui temi, sulla storia. E prendo appunti.
Rivolgo all’interlocutore qualche domanda più specifica, per comprendere meglio la personalità del brand. L’ascolto diventa profondo: capto il tono di voce, le caratteristiche del linguaggio, le parole scelte, la gestualità che accompagna il discorso, le pause, il ritmo del racconto.
Per creare contenuti, parto da qui, dall’ascolto: raccolgo, metto in ordine e poi inizio a scrivere.
Vedrai: quando inizieremo questo percorso, cresceremo insieme. Io imparerò molto da te e tu da me: do ut des, dicevano i latini.
E, nel tempo, creeremo una relazione di fiducia.
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